
Quando si entra in ospedale per essere ospitalizzati, per un piccolo intervento “banale” a detta del dottore,si ha l’impressione, almeno é stata la mia impressione, che alla fine non ne esci sano…mi spiego: in primis si passa all’ammissione per consegnare tutte le carte e assegnarti la camera e vedi file di persone che aspettano il proprio turno per sbrigare le pratiche , “con le loro gambe”, ben vestite, con la piccola valigetta, magari una ventiquattrore se si tratta di un semplice intervento, e quasi rilassati, riposati, consapevoli che sarà un periodo breve e non troppo doloroso. Mi riferisco sempre a piccoli interventi come puo’ essere un’appendicite per esempio o l’esportazione delle adenoidi, o una rinosettoplastica, nel mio caso. Dopo appena due giorni li rivedi quelle persone, che hanno fatto la fila, pallidi, occhi vitrei ,gonfi e con lividi, escono con le sedie a rotelle, con la gamba ingessata, il braccio fasciato, il naso gonfio e imbalsamato, un’occhio bendato, fili attaccati a bottiglioni d’acqua che scorre lenta attraverso un’altro filo con l’ago infilzato nella vena del polso dolorante. Insomma entri per uscirne sano ma poi alla fine ti ritrovi peggio di com’eri entrato, più dolorante, debole e imbottito di medicine che ti stordiscono il cervello. E’ un paradosso il mio, naturalmente, é solo per sdrammatizzare una situazione decisamente fastidiosa, di quando decidi , insieme al tuo dottore di fiducia, che questa operazione si deve fare…come nel mio caso, un raddrizzamento del setto nasale per pemettermi di respirare meglio, di mandare più ossigeno ai polmoni, perché faticono quando corro, quando dormo, quando ho il raffreddore per esempio. Certo, operazione non vitale ma utile. Lo credevo più semplice questo intervento quanto mi ha spiegato il dottore: “un piccolo intervento che neanche se ne accorgerà, avrà come conseguenza i sintomi di un forte raffreddore e pochi giorni (quindici) di fastidio alla gola, alle tempie e tutto sarà risolto, un nasino gentile e ben libero da poter finalmente respirare a pieni polmoni”.
Sono rientrata a casa il giorno dopo l’operazione, l’intervento é riuscito, mi ritrovo con delle protesi nel naso, fastidiose, dolore alle tempie, alla gola , gli occhi che mi lacrimano, mancanza di sapore di profumi, debolissima fisicamente a causa delle forti pillole antidolore , non riesco a mangiare, a masticare , solo cibi freddi/tieidi, possibilmente liquidi per i primi 4/5 giorni. Insomma sto a dieta forzata. La notte non dormo, panico per paura di soffocare e mi alzo e giro per casa come una zombi, il gatto mi guarda e gironzola con me. Il piede é guarito, per fortuna, altrimenti avrei dovuto rinviare l’intervento, chissà, forse c’avrei pure rinunciato. Beh! ormai é fatta quindici giorni e finalmente potro’ risentire i profumi della mia cucina e ricominciare a navigare con voi…:-)))
Comunque, a parte gli scherzi, tengo a ringraziare tutto il personale medico, gli infermieri che sono stati talmente gentili, disponibili e generosi con me. Questo é un mestiere molto difficile, fatto di tanta pazienza, scrupolosità, generosità verso le persone che in un determinato momento della loro vita soffrono purtroppo, per molto di più che di un semplice intervento banale, e senza questi angeli non riuscirebbero a tovare conforto , sostegno, rispetto ed anche un sorriso.
Dopo tre giorni di quasi infermità, sono riuscita a combinare qualcosa in cucina, per forza, sono da sola a casa e qui se non io poteva nutrirmi?…. e dato che posso solo gustare cose fredde ho pensato di tirar fuori la mia gelatiera Simac ed inaugurare la stagione dei gelati, nonostante io non ne abbia affatto voglia di mangiare freddo, come era stato annuciato le temperature si sono abbassate di 15 gradi e preferirei proprio coccolarmi una zuppa calda, calda. Non mi sono, pero’, limitata a mangiare il gelato al caffé allo stato puro, ho confezionato questa coppa azzardando a mescolare due gusti che forse “apparentemente” non legano, insoliti, chiedo scusa se qualcuno di voi proverà questo “mélange”, e avvertirà che forse il caffé con l’amarena stona. A mio marito le amarene non piacciono ma dice che si combinano “benino”, io mi sono fidata del mio intuito perché di sapore proprio non ne avverto, per cui é solo intuito, certo che al posto di questa deliziosa composta di ciliege al balsamico regalatami di Elga, adatta ad essere gustata con del formaggio stagionato, potrete giocare con qualche altro accostamento….ma fatemi sapere,stavolta sono proprio curiosa di sapere se il connubbio combacia, nel caso che gusterete prima di me….quindici giorni ancora!

Cappuccino gelato al caffè e confettura di amarene
Per il gelato al caffè
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200 g di panna
- 200 g di latte (il mio di soia)
- 1 cucchiaio raso di cacao amaro
- 2 cucchiai rasi di caffé solubile
- 2 tuorli
- 150 g di zucchero
Per 4 coppe
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30 cl di panna montata
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200 g di arachidi
- 2 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di cacao amaro
- 4 cucchiai di composta di ciliege al balsamico
Peparazione del gelato: Montare i tuorli con lo zucchero, la panna, aggiungere il caffé solubile, il cacao ed infine il latte. Mettere in funzione la gelatiera e versare delicatamente la crema. Cira 25 minuti ed il gelato é pronto.
Intanto caramellare gli arachidi: versare 2 cucchiai di zucchero in un pentolino con due cucchiai d’acqua, fare caramellare di un colore biondo. Togliere dal fuoco e mettere gli arachidi, mescolare e lasciare raffreddare su un foglio forno. Montare la panna.
Nei bicchieri mettere tre palline di gelato al caffé, un cucchiaio di composta di ciliege, la panna,distribuita con la saccapoche, gli arachidi caramellati, spolverizzare con cacao amaro. Servire subito.

Version française

Cappuccino glacé à la compote de cerices et arachides caramelisé
Pour la galce
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200 g de crème fraîche
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200 g de lait
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2 cuillerées à soupe de café soluble,
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1 cuillere à soupe de cacao en poudre,
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2 jaunes d’oeufs
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150 g de sucre
Pour 4 coupes à glace
Préparation de la glace au café
Dans un bol mixer, mettez le café soluble, le cacao en poudre,le sucre en poudre ,la crème fraîche (très froide) les jaunes d’oeufs, mixez pendant 5minutes, ajoutez le lait. Mettre en route la turbine a glace et versez très lentement le mélange obtenu dans la sorbetière. Environ 25 minvous obtenez une crème glacée d’une consistance onctueuse.
Versez le sucre dans une casserole à fon épais, mouillez avec deux càs d’eau, et portez à feu vif jusqu’à formation d’un caramel blond. Retirez du feu, mettez ls arachides, mélangez et laissez refroidir sur du papier sulfurisé.Montez la crème fleurette pou obtenir unechantilly bien ferme.
Répartissez la glace dans 4 verres, 3 petites boules, deposez un càs de compote de cerises, la chantilly, avec une poche à douille cannelée, parsemez des arachides caramélisées et saupoudrez d’un peu de cacao. Servez sans attendre.
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