antipasti

Avocado e ravanelli all’olio di pistacchi

Avocado e ravanelli all'olio di pistacchi

Li ho comprati al volo questi cucchiaini sfiziosissimi per presentare, evidentemente , un boccone rinfrescante prima del pranzo. Ho immaginato cosa avrei messo dentro subito. Nello stesso negozio c’é un reparto di spezie e olii da tutto il mondo e cosi’ , i miei occhi cadono su quest’olio di pistacchi. Ho aspettato che entrasse il sole a casa e il caldo ed ho preparato queste “mise en bouche” facilissimi, due soli ingredienti che vanno pero’ gustati freddissimi.

Avocado e ravanelli all'olio di pistacchio

Per 6 persone

2 avocadi
1 limone
100 g di ravanelli
3 cucchiai d’olio di pistacchio
fior di sale
pepe macinato al momento

Tagliare gli avocadi in due, togliere la noce e la buccia e tgliarli a dadi, pressare il succo di limone e mescolarvi i dadi di avocado, salare e pepare. Riservare in frigo per 30 minuti.Lavare i ravanelli e togliere le radici e le foglie (utili per fare una zuppa), taglirli a rondelle. Metterli insieme nella ciotola contenente i dadi di avocado.

Al momento di servirli ,mescolare ravanelli e dadi di avocado con l’olio di pistacchio. Distriburirli in ciotoline individuali, cosparsi di fleur de sel e servire subito.

Version française
25 aprile 09 076

Avocat et radis roses à l’huile de pistache

Pour 6 personnes
2 avocats
1 citron
100 g de radis rose
4 càs
d’huile de pistache
fleur de sel
poivre

Coupez les avocats en deux, retirez les noyaux et l’écorse, découpez la chair en gros dés et pressez le citron par-dessus, poivrez. Réservez 30 min. en bas du réfrigérateur.
Enlevez les fanes et la racine des radis roses, les lavez sous en filet d’eau les égoutter et les couper en rondelles.
Dans un bol, mélangez les dés d’avocats, les rondelles de radis avec l’huile de pistache. Répartissez le mélange dans de coupelles individuelles , parsemez d’un pincée de fler de sel et servez aussitôt.


Avocado e ravanelli all'olio di pistacchi

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dessert, gelato

Cappuccino gelato con composta di ciliege e arachidi caramellati

cappuccino gelato con ciliege e arachidi

Quando si entra in ospedale per essere ospitalizzati, per un piccolo intervento “banale” a detta del dottore,si ha l’impressione, almeno é stata la mia impressione, che alla fine non ne esci sano…mi spiego: in primis si passa all’ammissione per consegnare tutte le carte e assegnarti la camera e vedi file di persone che aspettano il proprio turno per sbrigare le pratiche , “con le loro gambe”, ben vestite, con la piccola valigetta, magari una ventiquattrore se si tratta di un semplice intervento, e quasi rilassati, riposati, consapevoli che sarà un periodo breve e non troppo doloroso. Mi riferisco sempre a piccoli interventi come puo’ essere un’appendicite per esempio o l’esportazione delle adenoidi, o una rinosettoplastica, nel mio caso. Dopo appena due giorni li rivedi quelle persone, che hanno fatto la fila, pallidi, occhi vitrei ,gonfi e con lividi, escono con le sedie a rotelle, con la gamba ingessata, il braccio fasciato, il naso gonfio e imbalsamato, un’occhio bendato, fili attaccati a bottiglioni d’acqua che scorre lenta attraverso un’altro filo con l’ago infilzato nella vena del polso dolorante. Insomma entri per uscirne sano ma poi alla fine ti ritrovi peggio di com’eri entrato, più dolorante, debole e imbottito di medicine che ti stordiscono il cervello. E’ un paradosso il mio, naturalmente, é solo per sdrammatizzare una situazione decisamente fastidiosa, di quando decidi , insieme al tuo dottore di fiducia, che questa operazione si deve fare…come nel mio caso, un raddrizzamento del setto nasale per pemettermi di respirare meglio, di mandare più ossigeno ai polmoni, perché faticono quando corro, quando dormo, quando ho il raffreddore per esempio. Certo, operazione non vitale ma utile. Lo credevo più semplice questo intervento quanto mi ha spiegato il dottore: “un piccolo intervento che neanche se ne accorgerà, avrà come conseguenza i sintomi di un forte raffreddore e pochi giorni (quindici) di fastidio alla gola, alle tempie e tutto sarà risolto, un nasino gentile e ben libero da poter finalmente respirare a pieni polmoni”.

Sono rientrata a casa il giorno dopo l’operazione, l’intervento é riuscito, mi ritrovo con delle protesi nel naso, fastidiose, dolore alle tempie, alla gola , gli occhi che mi lacrimano, mancanza di sapore di profumi, debolissima fisicamente a causa delle forti pillole antidolore , non riesco a mangiare, a masticare , solo cibi freddi/tieidi, possibilmente liquidi per i primi 4/5 giorni. Insomma sto a dieta forzata. La notte non dormo, panico per paura di soffocare e mi alzo e giro per casa come una zombi, il gatto mi guarda e gironzola con me. Il piede é guarito, per fortuna, altrimenti avrei dovuto rinviare l’intervento, chissà, forse c’avrei pure rinunciato. Beh! ormai é fatta quindici giorni e finalmente potro’ risentire i profumi della mia cucina e ricominciare a navigare con voi…:-)))

Comunque, a parte gli scherzi, tengo a ringraziare tutto il personale medico, gli infermieri che sono stati talmente gentili, disponibili e generosi con me. Questo é un mestiere molto difficile, fatto di tanta pazienza, scrupolosità, generosità verso le persone che in un determinato momento della loro vita soffrono purtroppo, per molto di più che di un semplice intervento banale, e senza questi angeli non riuscirebbero a tovare conforto , sostegno, rispetto ed anche un sorriso.

Dopo tre giorni di quasi infermità, sono riuscita a combinare qualcosa in cucina, per forza, sono da sola a casa e qui se non io poteva nutrirmi?…. e dato che posso solo gustare cose fredde ho pensato di tirar fuori la mia gelatiera Simac ed inaugurare la stagione dei gelati, nonostante io non ne abbia affatto voglia di mangiare freddo, come era stato annuciato le temperature si sono abbassate di 15 gradi e preferirei proprio coccolarmi una zuppa calda, calda. Non mi sono, pero’, limitata a mangiare il gelato al caffé allo stato puro, ho confezionato questa coppa azzardando a mescolare due gusti che forse “apparentemente” non legano, insoliti, chiedo scusa se qualcuno di voi proverà questo “mélange”, e avvertirà che forse il caffé con l’amarena stona. A mio marito le amarene non piacciono ma dice che si combinano “benino”, io mi sono fidata del mio intuito perché di sapore proprio non ne avverto, per cui é solo intuito, certo che al posto di questa deliziosa composta di ciliege al balsamico regalatami di Elga, adatta ad essere gustata con del formaggio stagionato, potrete giocare con qualche altro accostamento….ma fatemi sapere,stavolta sono proprio curiosa di sapere se il connubbio combacia, nel caso che gusterete prima di me….quindici giorni ancora!

Cappuccino gelato con composta di ciliege e arachidi caramellati

Cappuccino gelato al caffè e confettura di amarene

Per il gelato al caffè

  • 200 g di panna
  • 200 g di latte (il mio di soia)
  • 1 cucchiaio raso di cacao amaro
  • 2 cucchiai rasi di caffé solubile
  • 2 tuorli
  • 150 g di zucchero
Per 4 coppe
  • 30 cl di panna montata
  • 200 g di arachidi
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di cacao amaro
  • 4 cucchiai di composta di ciliege al balsamico
Peparazione del gelato: Montare i tuorli con lo zucchero, la panna, aggiungere il caffé solubile, il cacao ed infine il latte. Mettere in funzione la gelatiera e versare delicatamente la crema. Cira 25 minuti ed il gelato é pronto.

Intanto caramellare gli arachidi: versare 2 cucchiai di zucchero in un pentolino con due cucchiai d’acqua, fare caramellare di un colore biondo. Togliere dal fuoco e mettere gli arachidi, mescolare e lasciare raffreddare su un foglio forno. Montare la panna.

Nei bicchieri mettere tre palline di gelato al caffé, un cucchiaio di composta di ciliege, la panna,distribuita con la saccapoche, gli arachidi caramellati, spolverizzare con cacao amaro. Servire subito.

Version française

Cappuccino gelato con composta di ciliege e arachidi caramellati
Cappuccino glacé à la compote de cerices et arachides caramelisé

Pour la galce

  • 200 g de crème fraîche
  • 200 g de lait
  • 2 cuillerées à soupe de café soluble,
  • 1 cuillere à soupe de cacao en poudre,
  • 2 jaunes d’oeufs
  • 150 g de sucre

Pour 4 coupes à glace

  • 30 cl de crème fleurette
  • 200 g de arachides
  • 2 c à s de sucre
  • 2 c à s de cacao amer
  • 4 càs de compote de cerise au vinaigre balsamique

Préparation de la glace au café
Dans un bol mixer, mettez le café soluble, le cacao en poudre,le sucre en poudre ,la crème fraîche (très froide) les jaunes d’oeufs, mixez pendant 5minutes, ajoutez le lait. Mettre en route la turbine a glace et versez très lentement le mélange obtenu dans la sorbetière. Environ 25 min
vous obtenez une crème glacée d’une consistance onctueuse.

Versez le sucre dans une casserole à fon épais, mouillez avec deux càs d’eau, et portez à feu vif jusqu’à formation d’un caramel blond. Retirez du feu, mettez ls arachides, mélangez et laissez refroidir sur du papier sulfurisé.Montez la crème fleurette pou obtenir unechantilly bien ferme.

Répartissez la glace dans 4 verres, 3 petites boules, deposez un càs de compote de cerises, la chantilly, avec une poche à douille cannelée, parsemez des arachides caramélisées et saupoudrez d’un peu de cacao. Servez sans attendre.
Cappuccino gelato con composta di ciliege e arachidi caramellati
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Piccoli dolci

Bruschetta di pain d’épices ai lamponi

23 maggio 09 014
E’ presto, sono appena le 6 del mattino e già il sole filtra attraverso la finestra della nostra camera. Anche se oggi é sabato, per é quasi l’ora di alzarmi, oggi aspetto ospiti, si….verrano nel primo pomeriggio ma voglio essere pronta a riceverli nel migliore dei modi, oltre tutto l’energia mi viene data da questa splendida giornata luminosa, solare, calda. Finalmente dopo giorni di quasi grigiore,questo fine settimana é un premio meritato.
Quando ho ospiti mi piace che tutto sia in ordine e le stanze trascurate da una settimana di lavoro hanno proprio bisogno di una rinfrescata e con voglia mi preparo a mettere ordine dappertutto. Poi passo alla cucina, ovvio. Tutto già previsto. Si pranza veloce per essere pronti ad accogliere gli amici. La macchinetta espresso, la grande, per il caffé, le tazzine per il caffé, la zuccheriera pronta con i cubetti di zucchero, i piatti per il dolce, le posate, forchettine, cucchiaini, bicchieri per le bibite per i bimbi, i tovagliolini colorati, caramelle e zuccherini per i bimbi e i dolci. Per noi, “les éclairs” , c’ho preso proprio gusto a farli e per i bimbi, ma non solo,una tartina di pan d’épice ai lamponi.
Approfittando della meravigliosa giornata prepariamo tutto nel giardino, colorato, delle prime rose rosse, delle peonie, dalla lavanda che comincia a fiorire e da tanto verde proprio come piace a me. Tutto sembra perfetto, i bimbi che giocano con le loro psp all’aria aperta e noi adulti a chiacchierare accompagnadoci di una tazza di caffé e il dolce. E’ il momento di servire le tartine ai lamponi, che preparo velocemente perché molto facili da fare e appena pronti, mentre mio marito stappa una bottiglia di champagne, io, con il vassoietto colmo di tartine mi appresto fiera verso i miei ospiti in giardino. No, non guardo per terra, non ne vedo il motivo, e non vedo il filo d’erba che si era poggiato sul pavimento, proprio in direzione dei miei passi….le zeppe,alte 10 cm. diventano dei roller al contatto con quel filo d’erba e mentre il piede sinistro si piega completamente, poggiandosi distorto sul pavimento, mi trattendo con la mano sinistra alla porta scorrevole della veranda che scorre….nell’altra mano il vassoio con le tartine volano in aria, un po’ sul pavimento, un po’ sull’erba , il vassoio di ceramica in mille pezzi ed io che riesco ad evitare il peggio, cadendo in avanti con il ginocchio destro…mi sono messa a ridere ma a ridere mentre mi vedevo la scena tra me e me, non sentivo alcun male, ridevo forse pure per non dare preoccupazione ai miei amici che vedendo la scena si sono precipitati, raccogliendo cocci e tartine mentre il gatto Mouffy, annusava e leccava quel ben di dio tutto sparso per terra. Non mi lascio mica prendere dal panico, dato che il mio piede sembrava a posto, rifaccio le tartine, avevo abbastanza lamponi e pain d’epice e li offro agli invitati. Mi siedo vicino, duscutiamo dell’accaduto ridendoci pure per la scena , e dopo poco non mi alzo più. Caviglia gonfia, ghiaccio, pomata all’arnica una bella fasciatura ed un dolore lacinante che mi prende alla testa. Tre giorni minimo di riposo…beh, cosi’ resto a casa a godermi il sole, come si dice….non tutti i mali vengono per nuocere.

Bruschetta di pain d'épices ai lamponi

Bruschetta di Pain d’épices, mascarpone e lamponi

Per 4 persone

  • 4 fette di pain d’épices
  • 1 barchetta di lamponi freschi
  • 20 g di burro
  • una stecca di vaniglia
  • 4 cucchiai di mascarpone

Lavate velocemente i lamponi e lasciateli scolare bene. Tagliate ogni fetta di pain d’épices in 4 parti, a bastoncini. Fate sciogliere il burro in una padellina con i grani della vaniglia , mettete le fette di pain d’épices nel burro facendole grigliare leggermente. Spalmate il mascarpone su ogni fetta e distribuite i lamponi tagliati in due. Servite le bruschette tiepide o fredde accompagnate di una pallina di gelato alla vaniglia.

Partecipo con questa ricetta alla raccolta di Luca e Sabrina – BruschetTIAMO

Version française

23 maggio 09 007

Bruschetta de pain d’épice à la creme de mascarpone et framboise

recette price sur Avantage hors série n°10

Pour 4 personnes

  • 4 tranches épaisses de pain d’épices
  • 1 barchette de framboises fraiches
  • 20 g de beurre doux
  • 4 c à soupe de créme mascarpone
  • une gousse de vanille

Rincez et égouttez les framboises. Détaillez chaque tranche de pain d’épices en 4 morceaux. Dans une poêle faites fondre le beurre, avec les graine de la vanille. Poêlez rapidement les tranches de pain d’épices. Etalez sur chaque bruschetta 1 cuillerée de créme mascarpone et qualches framboises. Servez tiède au froid accompagné d’une quenelle de glace à la vanille.

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